Come accennato in precedenza, sia gli investitori che le imprese stanno diventando sempre più consapevoli del fatto che i criteri ESG potrebbero diventare obbligatori in alcune parti del mondo in un futuro non troppo lontano. Questo sta già diventando il caso dell’Unione Europea, dove si sta definendo un nuovo quadro giuridico per un’economia sostenibile al fine di combattere il cambiamento climatico e raggiungere le “emissioni zero” entro il 2050.
Ai sensi del diritto dell’UE, alcune società di grandi dimensioni sono già obbligate a divulgare informazioni non finanziarie e sulla diversity ai sensi della Direttiva sull’informativa non finanziaria (NFRD). Il 21 aprile 2021 la Commissione Europea ha adottato una proposta di Corporate Sustainability Reporting Directive (CSRD), che modificherebbe gli attuali requisiti di rendicontazione della NFRD che prevede:
- Estensione a tutte le grandi società e società quotate nei mercati regolamentati (escluse le microimprese);
- Richiesta di audit delle informazioni riportate in bilancio;
- Introduzione di requisiti di rendicontazione più dettagliati e standard di rendicontazione di sostenibilità dell’UE;
- Richiesta alle aziende di “taggare” digitalmente le informazioni riportate per renderle leggibili da appositi software e stabilire un unico punto di accesso.
Lo European Financial Reporting Advisory Group sta sviluppando una serie di bozze di standard adeguati alle politiche dell’UE e il CSRD dovrebbe applicarsi già a gennaio 2024 per l’esercizio finanziario 2023. Si prevede che circa 50.000 aziende con almeno 250 dipendenti saranno interessate dalla nuova normativa.
Cosa significherà in pratica? In base al nuovo obbligo di bilancio, le aziende saranno impegnate per la prima volta nella raccolta e nella comunicazione di dati su aree quali la loro impronta di carbonio, pratiche commerciali sostenibili e livelli di diversity. Il bilancio verrebbe quindi divulgato in un formato standardizzato a un registro nazionale delle imprese che consente l’accesso automatico ai dati chiave.
Mentre l’Unione Europea va avanti con il CSRD, le leggi non sono così severe dall’altra parte dell’Atlantico. Nonostante la crescente rilevanza dei criteri ESG negli Stati Uniti, le risposte sono state volontarie e guidate dal mercato anziché assumere la forma di nuove normative. È molto probabile che ciò cambi, tuttavia, poiché gli sforzi per affrontare il cambiamento climatico e l’inquinamento ambientale continuano a crescere.
Ad esempio, l’amministrazione Biden ha emesso un ordine esecutivo nel febbraio 2021 che richiedeva al governo federale di “guidare la valutazione, la divulgazione e la mitigazione dell’inquinamento climatico e dei rischi legati al clima in ogni settore della nostra economia, mettendo insieme la creatività, il coraggio e il capitale necessario”. Anche il Securities and Exchange Committee (SEC) degli Stati Uniti ha annunciato gli sforzi per combattere i cambiamenti climatici attraverso la creazione di una task force sul clima e sugli ESG, mentre il Financial Stability Oversight Council ha pubblicato un report sul rischio finanziario legato al clima che richiede nuove informazioni.
Attualmente non ci sono comunicazioni ESG negli Stati Uniti a livello federale, ma la SEC ha l’obbligo per le società pubbliche di divulgare informazioni che potrebbero essere importanti per gli investitori e questo tiene conto dei rischi ESG (le obbligazioni ESG o le obbligazioni green sono un aspetto sempre più rilevante di valutazione del rischio)
A livello globale, la rendicontazione ESG si avvia verso l’adozione di standard di informativa più armonizzati. Nel giugno 2021, i ministri delle finanze del G7 e i governatori delle banche centrali si sono impegnati ad affrontare le sfide ESG e a rafforzare la cooperazione prima di sostenere uno sforzo per adottare standard globali per le informazioni sulla sostenibilità. Ciò dovrebbe rendere le informative ESG aziendali più uniformi negli anni a venire.